Io amo l'Italiano

"Ti scrivo un post, lo collego a un link, lo scarico su un blog, aspetto un tuo feedback o uno smile se ti piace o un like su FB". Il mondo evolve, l'inglese è la lingua che tutti parlano, ma il nostro italiano?

Io ho studiato al Liceo Classico, mi sono laureata in Lettere, ho insegnato materie letterarie a scuola prima di fare la wedding planner – ecco, ci risiamo: un altro termine che ormai usiamo correntemente. A me piacerebbe usare l'Italiano. Mi piacerebbe parlare di "organizzazione del matrimonio”, oppure riferirmi ai ruoli di cerimoniere, consulente, esperto, organizzatore.

Ma come possiamo sperare di far capire che viviamo nei nostri tempi, che respiriamo ambienti anche internazionali, che cerchiamo di abbattere gli steccati, anziché innalzarne altri, tra Sestri Levante e il resto del mondo? Del resto, “ti sposerò wedding planner”, come suonerebbe: “ti sposerò - l'organizzazione del tuo matrimonio”?

In passato, anche quando cominciava a entrare nell'uso comune wedding planner, ho continuato a usare l'espressione italiana; poi (potenza dei media!) anche io mi sono dovuta adeguare, altrimenti non era più chiaro quale fosse la mia professione. Da anni ormai usiamo quasi sempre l'inglese, perché le espressioni sono più concise e in una parola c'è racchiuso un concetto ampio, come nel caso di planner in cui si legge non solo organizzazione, ma controllo, supervisione, presenza.
Chissà se un giorno abbandoneremo questo linguaggio tecnico: intanto, mi capita sempre più spesso di incontrare persone che, come me, tornerebbero volentieri a usare l'Italiano, così ricco e musicale.
Così mi immagino di svegliarmi un giorno e scoprire che i tempi sono maturi per tornare a essere “l'organizzatrice di matrimoni”.

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