Assisi

Il nostro viaggio ad Assisi: siamo andate a presenziare a una cerimonia che si è svolta in onore di mio padre e per consegnare la borsa di studio che io e mi sorella abbiamo istituito a nome del papà, per lo studente più meritevole del Convitto. (Quest'anno la borsa di studio è stata assegnata a Francesco, che sogna di diventare uno chef. Complimenti!). Si scopriva anche una targa con il nome del papà, ma soprattutto si apriva un'aula a suo nome, un'aula di tecnologia, un centro di lavoro multifunzionale dove si cercherà di dare ai ragazzi gli strumenti utili per crescere.

Abbiamo dovuto dire anche noi qualche parola. Mia sorella ha parlato commossa, ma è arrivata in fondo, io sono crollata. Mio papà è "troppo" per me. Improvvisamente, quando ho iniziato a parlare, era come se fossi senza mio papà da quel momento. È stato difficilissimo, non avevo un semplice nodo in gola, ma un blocco totale. Quello che mi ha colpito era il silenzio assoluto, quasi tangibile, nel quale le persone mi hanno ascoltato, come se volessero farmi capire quanto mi erano vicine.

Raffaele per completare il momento di commozione ha detto, in modo molto dolce, che ha avuto il nonno con lui per troppi pochi anni, ma gli ha voluto tantissimo bene. A quel punto mi sono letteralmente rifugiata nell'abbraccio di Luigi, attuale Presidente, e carissimo amico di mio padre, così finalmente ho potuto piangere un po'. Alla consegna delle borse di studio, poi, mi ero un po' calmata e allora ho potuto fare questo intervento:

Ritornare ad Assisi è sempre bello. Quando si inizia a salire e si vede la città delinearsi all’orizzonte è un’emozione sempre nuova, che a ogni nostro viaggio si ripete. Per diversi anni è stato un appuntamento fisso, a giugno o a settembre, quello di mio padre con il raduno al Convitto Nazionale di Assisi. L’Associazione degli ex Convittori lavorava per garantire un futuro ai ragazzi che, usciti dal collegio, si preparavano ad affrontare la vita. E lo faceva molto bene: gli ex convittori, tra cui vi erano anche persone che avevano raggiunto posizioni di grande rilievo, si prefiggevano di aiutare gli allievi a capire quale e come poteva essere il loro futuro nel mondo del lavoro. Uno di questi è stato il papà. Amava profondamente Assisi e credeva che a questi ragazzi dovesse essere offerta la possibilità di una vita migliore. Oggi siamo qui, con tutti gli ex convittori, gli allievi e le autorità, per una cerimonia in suo onore. Una dedica che rende ancora più significativi tutto il suo impegno e tutti i suoi sforzi.

Già una targa nel grande corridoio del collegio fermava per sempre il nome di Aldo G. Rimassa come Presidente prima e poi come Presidente Onorario del Convitto e dell'Associazione, qui dove ha vissuto sin da bambino. Oggi però sarà inaugurata e intitolata a lui un'aula di tecnologia dove i ragazzi potranno crescere, migliorarsi, con a disposizione le tecnologie adatte a conoscere meglio il mondo del lavoro.Papà ne sarebbe stato felice, ma c’è un aspetto che gli sarebbe piaciuto più di tutto: l'aula si trasformerà, evolverà, seguirà i tempi. E lui, che è stato sempre un osservatore attento del mondo e dei suoi cambiamenti, in qualche modo sarà ancora lì ad osservarla. Abbiamo vissuto molti anni fa con grande emozione la cerimonia del conferimento del papà a Cittadino Onorario di Assisi. Pensare che il suo nome è insieme ai Grandi della Storia (c’è anche Madre Teresa!) ci fa sentire quanto il papà sia stato grande, e non solo per noi: è bello sentire che le persone continuano a ricordarlo, rispettarlo e ad amarlo.

C’è una frase di San Francesco che mi fa pensare a come ha condotto la sua vita mio padre e che dev’essergli stata di ispirazione nel sostenere i ragazzi del Convitto: "Cominciate col fare il necessario, poi ciò che è possibile, e all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile".

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