La mia nuova professione

Wedding planner: “nuova professione in Italia”, anche se figura consolidata nei paesi anglosassoni. I giornali, come in questo articolo di Repubblica, ne parlano, e così anche le televisioni, soprattutto in occasione di qualche fiera.

Tuttavia è indubbio che, almeno per ora, gli sposi non sono sempre così convinti di avvalersi di un wedding planner. Pensano che anche da soli faranno bene e, comunque, risparmieranno una voce dei costi: quella dell'organizzatore dell'evento. Il fraintendimento sta proprio qui, nel vedere il wedding planner come un costo, quando spesso la sua capacità di ottimizzare le risorse – in qualità di consulente - può addirittura far risparmiare.

Insomma c'è ancora molta confusione: "Lei di che cosa si occupa?", risposta: "Sono la Wedding Planner". Replica: "Ah, quindi fa i fiori?". Capite che a volte non è semplice proporre la propria professionalità.

E' anche vero che c'è ancora molta improvvisazione e poca concreta preparazione nella categoria, con il risultato che tutti, anche i più competenti, rischiano di essere catalogati come una categoria “superflua”. C'è poi l'immagine che ne danno i media: una figura che fa solo cose costose, sfarzose, lussuose, proibitive. E c'è infine un altro errore, di forma e di sostanza: ormai “tutti fanno tutto”, il catering può fare il wedding planner, i fioristi fanno i wedding planner, i ristoranti fanno i wedding planner. E la confusione aumenta: le persone non capiscono più a chi credere.

Vorrei ora provare a chiarire, per quanto posso: io faccio la wedding planner da vent'anni, ho l'opportunità di lavorare molto, sia nella nostra villa che anche in altre location. I matrimoni che organizzo hanno un'armonia, un ritmo, un'impronta – questo deve essere, altrimenti è un matrimonio "fai da te"... E non si tratta di avere scelto fiori più belli, musica più orecchiabile, confetti più golosi: sarebbe sminuente pensare a una organizzatrice di eventi in questi termini. Si tratta, invece, di avere una visione d'insieme, la capacità di immaginare l'evento e di progettarlo in modo che “somigli” agli sposi. Poi, operativamente, occorre tradurre tutto questo in un evento riuscito fin nei minimi dettagli.
Certo, tutto questo non si improvvisa: è frutto di anni e anni di lavoro, di studio, di ricerca continua e di tanta, tanta esperienza sul campo e a ciò occorre attribuire, come in ogni professione, il giusto valore.

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