La Casa dell'Arco (seconda parte)

La corte, invece, è diventata la cucina... rimane comunque lo spazio dal quale, come una volta, si raggiungevano tutte le altre camere! Al piano terra, oltre al giardino che circonda il rustico su tre lati e all'archivolto, c'è un grande soggiorno.

Al piano di sopra ci sono le camere: nel corpo a monte una suite con camera, bagno e salottino, nel corpo a valle due camere ognuna con il proprio bagno e completamente autonome tra loro. Il rustico è arredato con cose di casa, scelte e amate nel tempo. È bello anche vuoto: noi abbiamo giocato molto sui colori dei muri, azzardando lo stesso rosso scuro anche all'interno e scegliendo un colore diverso per il bagno di ognuna delle suite. I muri dei bagni sono fatti a smalto, come si faceva una volta, interamente colorati dal pavimento al soffitto.

Nelle camere i soffitti sono mansardati a cassettoni di legno di castagno. Quando ci si sveglia al mattino è un piacere guardarli. In due camere ci sono due piccoli soppalchi: non ci si sta in piedi, ci andrà sicuramente a finire qualcosa che vogliamo conservare. Magari i miei libri, che sono tantissimi. Non ci sono tende ai vetri, ogni finestra è un quadro sulla tenuta e sul paesaggio. C'è poi una cameretta in più al piano terra nel corpo a monte, è la più piccola ma è molto carina: ha un piccolo giardino e un'entratina indipendente davvero intima. Quest'anno, a ogni arrivo, ricevevamo consensi per quanto è bella la Casa dell'Arco o la Casa Rossetta - come la chiama Sonlal il nostro custode indiano. Noi abbiamo cercato di esaltare tutte le sue caratteristiche, è stato un lavoro difficile perché io volevo conservare tutto, anche un gradino, un muretto, una mensolina. Per esempio il ronfò è stato scoperto tirando giù un muro e quindi per mantenerlo si è dovuto cambiare il progetto e così per tanti altri elementi trovati in corso d'opera.

Con l'architetto, ormai un carissimo amico, ci sono stati dei momenti di tensione, proprio perché ci vogliamo bene, abbiamo resistito: io vivevo ogni colpo sul muro come un colpo su di me, lui voleva dare rigore e pulizia a un manufatto che sicuramente aveva subito negli anni troppe manipolazioni.

Il risultato è stato però straordinario. Quando si passa alla sera con queste luci accese contro i muri rossi si sente una sensazione di intimità e di calore. E di giorno quando ci passo davanti per andare alla villa vedo che gli ospiti sono perfettamente a loro agio, chi sotto l'archivolto a godersi il fresco d'estate, chi sdraiato sull'erba al sole, qualcuno in cucina al lavoro, ma guardando fuori perché abbiamo posizionato il lavello sotto la finestra, con i fuochi al centro, per stare in compagnia anche mentre si prepara la cena. È una delle prime cose che ho chiesto all'architetto...

Quando la Casa dell'Arco non è abitata da turisti dal mondo, se posso, ci sto io. Ogni volta è una riscoperta, c'è sempre qualcosa da guardare, da assaporare, è un po' come conoscere meglio una persona, scopri qualcosa di più a ogni incontro.

Mi piace sedermi sul divano o fuori su una sdraio e guardarmi intorno. Lì, per me, c'è tutto.

Alle volte, ospito alcuni miei amici, i miei preferiti, quelli che come me amano Sestri Levante, so che ci stanno bene e questo mi rende felice. Se ti piace tanto una cosa, è davvero importante e raro poterla condividere con qualcuno che la sente come te e che magari se è lontano ti chiede: "Come è lì oggi? È tutto fiorito? Sarà bellissimo".

scritto per L

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